sabato 18 settembre 2010

Croazia '10


 La preparazione del viaggio è stata lungamente pianificata mesi prima e alla fine ovviamente non seguita! Partiamo da Forlì e saltiamo subito in autostrada con la prima tappa a Trieste. Percorrendo l'A13 ci rendiamo subito conto di quanto siano intrepidi i fagiani dei vicini campi che si suicidano attraversando l'autostrada, superata Padova ci immettiamo nel nuovo raccordo che raggira Mestre ed evita il traffico e velocemente raggiungiamo il Castello di Miramare dove visiteremo il castello, il parco tropicale e l'esposizione temporanea de “il bacio del volontario”, di Francesco Hayez.
Il tempo peggiora in fretta e arriviamo a brucio sotto un distributore prima dell'acquazzone,scegliamo l'hotel più vicino, il "TRITON" un 2 stelle, con un receptionista un pò strano ma che in fatto di drink se ne intende, ci sistemiamo e decidiamo di mangiare sul lungomare di Trieste.
                                                                            Al mattino ci svegliamo per raggiungere Hrastovlje in Slovenia, dove si trova una chiesetta fortificata "Chiesa Della S.Trinità" e vi si puo ammirare il meglio conservato e importante affresco del Medioevo in Slovenia, una "danza macabra" dove tutti i ceti sociali vanno in contro alla fine nello stesso modo, mostrando che la morte è uguale per tutti. Al di fuori del perimetro della chiesa si puo gustare un ottima bistecca al vicino ristorante. 
Saliamo sul motore e ci dirigiamo alla volta della Croazia, ne varchiamo il confine in pochi chilometri alla dogana slava ci controllano i documenti, a quella croata ci lasciano proseguire. La strada si fa più stretta e comincia a salire, siccome ci spingiamo nell'entroterra in direzione del parco nazionale dei laghi di Plitvicka, le prime curve mettono a disagio, sarà il fondo stradale che non è proprio dei più belli, sarà che mi devo ambientare e non conosco la strada, ma probabilmente è l'enorme cartello triangolare con disegnata la sagoma di una moto che scivola...!
La strada è lunga, percorriamo circa 250, chilometri durante i quali attraversiamo paesini con stradine strozzate tra le case dove a filo transitano autocarri carichi di tronchi d'albero sui quali non notiamo alcun tirante e man mano le temperature dell'aria si abbassano fino 13/14°C.
Arriviamo a Plitvicka nel pomeriggio tardi e cerchiamo subito un alloggio, troviamo un comodo ed economico appartamento in stile baita di montagna, ci sistemiamo ed usciamo per una breve escursione dei dintorni dove troviamo anche un buon ristorante nel quale servono un piatto di carne e verdure miste su una pietra ollare tenuta calda dalle candeline...a pancia piena ci andiamo a letto accendendo anche la stufetta elettrica che è già nella baita!!
Il mattino ha l'oro in bocca anche alle 7di mattina e noi smaniamo dalla voglia di vedere i tanto decantati laghi, dirigendoci ad uno degli ingressi attraversiamo una strada tutta rovinata ma molto suggestiva in quanto immersa nella foresta del parco, paghiamo il biglietto e saliamo sul battello che porta all'inizio di uno dei percorsi su un totale di 18 chilometri di passerelle sull'acqua cristallina ke invita a tuffarsi ma è vietatissimo fare il bagno e sotto le meravigliose cascate attraverso le roccie di tufo che data la sua porosità, è sempre in mutazione e trasportato dall'acqua carica di minerali trasforma di continuo la geologia e le forme delle cascate. Sono infatti tornate allo splendore della forma dopo essere state straziate dalla guerra.
Finendo la visita in mezza giornata riusciamo a partire per raggiungere la città di Zara, i 150 chilometri che percorriamo scendono giù dai monti in maniera rettilinea e dolce finite le colline la vista si allarga su una aperta radura dove la strada viaggia su un terrapieno a 4/5 metri dal suolo e notando trattorie con girarrosti di porchette ed agnelli all'aperto sembra una scena da film wester, si torna alla realtà quando si vedono delle cime aguzze in direzione del mare,viene da ciedersi se la strada sia giusta ma la cartina parla chiaro,
 un paio di ultime curve e ci si trova ai piedi di una catena montuosa alta almeno 1200 metri, si entra in una galleria lunghissima e all'uscita si vede il mare, pochi chilometri dopo siamo a Zara o Zadar.

Sono circa le 15 del pomeriggio al nostro arrivo e il traghetto per la prossima tappa parte alle 20, ci addentriamo per il candido centro e purtroppo senza guida e cenni storici ci limitiamo ad ammirarne le forme, saliamo sul campanile della chiesa e lo spettacolo dell'arcipelago zaratino presentandosi ci mozza il fiato, la cità non è grandissima e fortunatamente nemmeno affollata di turisti, girando per il centro notiamo lungo il muro della chiesa che la signore più anziane vendono dei bellissimi pizzi all'uncinetto, tra centrini e tende tutti ricamati, si fanno le otto e siamo pronti al primo imbarco, destinazione: Dugi Otok, l'isola lunga.
Il traghetto parte verso il tramonto, il vento è forte e il traghetto lento, arriviamo a Brbinj nel buio e decidiamo di muoverci a sud verso Sali ignari di attraversare un panorama che si rileverà poi d'incanto sulla strada che corre per tutta l'isola.
Arrivati a Sali in breve tempo una signora da un balcone ci chiede se vogliamo un appartamento, sono le 22 e non ci facciamo pregare, 45 euri al giorno in due sono ottimi, l'appartamento è nuovo, ben arredato all'interno ma ancora da intonacare all'esterno ed ha una splendida vista mare che ci si presenta solo la mattina. Il paesino è molto frequentato dalle barche a vela ma non eccessivamente, l'atmosfera è rilassata e ci infiliamo il costume per tuffarci in mare al più presto, andiamo nella spiaggia sotto l'hotel Sali, la sabbia in croazia è in pochissime ed affollatissime spiaggie, stendiamo i teli sulle roccie più piatte e ci tuffiamo in acqua, scopriamo che in croazia l'acqua non è proprio calda per niente, mi dedico comunque a fare un pò di snorkling e noto con piacere che il fondale è ricco di pesci e piante trovo qualche granceola per insaporire la pasta a cena,  la giornata si conclude in spiaggia e la sera gustando le leccornie del mare.                                      
A Sali c'è di tutto: il disco-pub, un palco per la musica dal vivo, il suvenir, la pizzeria, svariati ristoranti di pesce, il market, l'azienda di scatolette di acciughe e tonno, le poste, la stazione di polizia, il bancomat, e perfino il bagno pubblico con le doccie per quelli che ormeggiano la barca al molo. Il nome Sali deriva dalla fiorente attività di vendita del sale a cui un tempo era dedito il paesino.
Nel pomeriggio la padrona di casa Daniela, ci suggerisce una spiaggia a sud dell'isola, rivolta verso le Kornati, spiegandoci la strada attraverso il suo uliveto e la sua pineta(Suo siccome possiede vari lotti di terreno nella parte sud dell'isola), ma dato che l'italiano lo parla benissimo, ma non perfettamente capisco così così le sue indicazioni ma ci dirigiamo lo stesso in quella zona! La strada si fa sempre più stretta e sterrata,il classico muretto di pietre delimita l'uliveto, dall'altro lato la pineta, fino a qui le indicazioni corrispondono, poi la strada si fa piena di buche mentre l'asfalto si sgretola in ghiaia, roccia e sabbia rossa assetto la moto per lo sterrato e procedo con calma non essendo un asso del motocross, la strada diventa sentiero e si biforca in due, la signora Daniela non aveva specificato, una vale l'altra e quindi neanche a dirlo prendiamo quella sbagliata, dietro la collina si vedono i gabbiani!!ci siamo!...no!..è la discarica dell'isola!...inversione e torniamo indietro fino al bivio e prendendo il percorso alternativo giungiamo in cima ad un altra collina si presenta uno spettacolo bellissimo, vista sul parco nazionale Kornati e una baia meravigliosa con annesso uliveto per stare sdraiati all'ombra...raggiungerla sotto la collina non è però semplice bisogna scendere la collina e attraversare un tratto di scogliera con roccie a fornma di lame....se si perde l'equilibrio si va diretti all'ospedale senza passare dal via, riusciamo nell'impresa e ci sistemiamo all'ombra, il sole picchia forte ma il venticello non manca, fuori è caldo ma l'acqua è sempre fredda al limite della sopportazione, il fondale è ricco di pesci, di piante e anche di cetrioli di mare...                                                                         Il giorno seguente ci svegliamo e ci prepariamo a visitare il parco di Telascica e il lago salato Mir, partiamo di buon ora perchè il tempo non promette bene, lasciamo la moto al parcheggio del parco e ci avviamo sul sentiero che conduce al lago scortati dai somarelli tipici che ci fanno compagnia la camminata non è lunga, circa un oretta per arrivare in cima alle rocce a picco sul mare adriatico, il vento è fortissimo e il lago è mosso facendo il giro lungo le sponde troviamo facilmente il sentiero che porta sui costoni, lungo la strada ci imbattiamo in una "spiaggia" di pietre tutte messe a formare una moltitudine di piccole pile come fossero i "pirulli di sabbia bagnata" che fanno i bambini in spiaggia, saliamo sul costone e rimaniamo impressionati nel vedere il mare che si infrange su pareti di roccia bianca alte almeno 50 metri e avere l'illusione che il mare sia riuscito a scavalcarle formando il lago ma probabilmente entra da sotto e riaffiora, ancora una volta mi pento di non avere una guida per conoscere meglio i dettagli di questi posti meravigliosi.                
Il pomeriggio si fa nero intenso, le nuvole arrivano velosi e saettanti da sud, lampi ovunque, gli ultimi boati segnano l'inizio della pioggia, un pò sconsolati prendiamo un ombrello e andiamo al negozio di suvenir, mi colpisce il lampo, non della tempesta ma di genio!, prendiamo i rocchetti di filo e passiamo il pomeriggio a pescare, ci divertiamo come matti anche perchè riusciamo a prendere qualche pesciolino di scoglio che finirà poi in beneficenza ai gatti perchè non ci ispiravano un gran gusto a cucinarli, tanto al porto è pieno di ristoranti di pesce ad ottimi prezzi, e dopo aver cenato la nostalgia della riviera romagnola ci spinge nell'unico disco pub del paesino dove ci beviamo un drink.
La Signora Daniela ci urla dalla sua finestra che se ci interessa c'è un' escursione gratis il mattino seguente alle isole Kornati (Incoronate), un arcipelago formato da tantissime isolette, con partenza alle 8 e ritorno verso le 14...ci fidiamo ancora della signora e acettiamo di buon grado anche se il fatto che non si paghi è fin troppo strano...
Il mattino arriviamo al molo in tempo e ci sono solo croati, nessun altro turista eccetto noi, saliamo sul piccolo traghetto solo dopo esserci accertati che sia quello giusto, nel frattempo gli isolani caricano sull'imbarcazione una grande botte in alluminio piena di vino e ognuno si è portato dei panini e cose del genere, capiamo presto che non si torna per pranzo, la barca non ha ancora lasciato il molo che gli isolani cominciano a cantare quelle che sembrano canzoni del folclore dalmato, la giornata purtroppo non è delle più serene ma la vista delle isole ne vale comunque la pena delle due ore di canti prima di arrivare a Piskera dove li attende una processione religiosa.
Noi troviamo subito un ristorante appena scesi sul molo mentre il tempo migliora notevolmente, intanto la cerimonia continua e se ne odono i canti su tutto l'isolotto di Piskera, non abbiamo partecipato alla funzione per rispetto, e abbiamo fatto bene siccome solo in seguito abbiamo saputo che era la ricorrenza della morte di 12 giovani volontari arsi vivi mentre cercavano di domare un incendio all'interno del parco, se la Signora Daniela me ne avesse parlato prima avrei noleggiato una barca con un piccolo fuoribordo per visitare però solo una piccola parte del parco mentre così abbiamo fatto tutto il giro in mezzo all'arcipelago fermandoci di fronte all'isola della sciagura, dove si contano 12 croci, per qualche minuto di silenzio mentre le madri dei ragazzi deceduti hanno lanciato in mare una corona d'allori e di fiori.
Torniamo in tempo a Sali per una visita a Zman, piccolissimo paesino di pescatori con un solo ristorante ma davvero tra i migliori provati in croazia, visto il bel tempo ne approfittiamoper riposare le orecchie nel silenzio della spiaggia completamente vuota efacciamo anche un bagno e qui troviamo l'acqua più fredda di tutta la vacanza, dopo pochi minuti fanno male le tempie ed esco subito, peccato perchè sembra una piscina da quanto è trasparente. la sera ceniamo nel ristorante e poi tornati all'apartamento a Sali ci godiamo l'ultimo tramonto sull'Isola Lunga.
La mattina ci dobbiamo alzare presto il traghetto per Zara parte alle 6 e 20, il sole è ancora basso e la strada che serpeggia sull'isola è comoda e poco tortuosa, si muove sinuosamente lasciando la vista ad uno splendido splendido panorama in tutte le direzioni, ma ecco l'imprevisto ovino,una pecora si lancia in strada dal mezzo della bassa vegetazione, mi attacco ai freni e ringrazio la BMW e il suo ABS, il motore è molto carico e comincia a scodare, la pecora si è portata avanti nel mentre, provo a passarle dietro, ma nel momento che si accorge di noi, si spaventa e cerca di tornare a nascondersi, ruota la testa indietro, ricordo solo il suo occhio sberrato e "SPAFF!!" colpisce il grosso cilindro sporgente mentre il cranio ci frantuma, ci troviamo coperti di sangue e fortunatamente non siamo caduti, proseguo dritto, mentre la mia ragazza guarda indietro, ormai è tardi per l'ovino e anche per noi che dobbiamo prendere il traghetto, arrivati all'imbarco e presi i biglietti, il marinaio alla rampe del natante ci guarda come se fossimo la famiglia Manson, "We have kill a sheep!" gli dicoma sembra non capire l'inglese, "BEEEEEE!!!"....il marinaio e il collega scoppiano a ridere, mentre noi avevamo il voltastomaco per il puzzo di castrato che saliva dal motore ancora caldo; sbarcati a zara circa un ora dopo cerchiamo un idrojet a gettoni e laviamo sia noi ke il motore, dal quale escono vari parti di pecora tra cui denti, pezzi di cranio, ciuffi di lana,...un vero macello. Con lo stomaco sottosopra e senza nessun appetito, riprendiamo il viaggio. Usciti da Zara proseguiamo lugo la costa per raggiungere quella che sarà la città più caotica che abbiamo visto o meglio, dalla quale siamo fuggiti;

Spalato o Split è una città ricca e fiorente secondo i croati insieme a Dubrovnik è la città più ricca di turismo, infatti al porto le navi da crociera si sprecano, in un caotico vai e vieni incrociano traghetti, barche a vela e pescherecci. Per raggiungere Spalato seguiamo tutta la costa che scende a sud da Zara, la strada è buona, il traffico poco e intenso e ci godiamo il panorama: verso l'entroterra aldilà degli ulivi e dei pini si alzano le montagne, verso il mare ogni curva della strada lascia sbirciare le meravigliose ed azzurre callette che guardano le isole di tutto il parco delle Kornati, in breve copriamo i 150 km che ci separano dal porto dove dobbiamo prendere un traghetto per l'isola di Brac verso la città di Bol (dal croato bol: male, dolore).



Giunti al porto di Split, fatta l'enorme fila per i biglietti e finita la ricerca del molo per approdare a Brac, arriviamo finalmente a Supetar, la strada è in salita e l'asfalto buono, peccato per le condizioni del traffico intenso e il carico sulla moto molto pesante , il tratto di strada che giunge a Bol che si trova sull'altro lato dell'isola, è più tipico di una strada di montagna che sopra un isola, infatti si raggiunge l'altezza di 600 metri, da qui si nota benissimo tutto l'arcipelago di Spalato: Havar, Vis, Solta e tutta la costa verso sud, la carreggiata è fiancheggiata dai pini che fanno da contorno ai bei panorami. Scendendo dalla cima dell'isola sotto di noi notiamo Bol con il suo campanile e il suo convento a picco sul mare, tutto il lungomare accompagna lo sguardo ad una lingua di spiaggia composta di finissima ghiaia la cui estremita si sposta assecondando la corrente di un mare limpidissimo, azzurro e a tratti verde. Bol è un paesino molto affollato di turismo e sinceramente non è proprio quello che cerchiamo ma per un paio di giorni va benissimo, ci sistemiamo in un rustico campeggio e la sera usciamo per un'ottima cena di pesce e una passeggiata sul lungomare ben curato e servito....a misura di turista.






Il giorno seguente dopo aver visitato il porto e il centro ci dedichimo ogniuno al passatempo preferito, il mare è stupendo e il sole è forte, troviamo una spiaggietta frequentata per lo più da nudisti, e mi sfugge il motivo per il quale loro occupano sempre i posti più belli?!..non è un rimprovero, sia chiaro, ma solo un'osservazione, la mia signorina si dedica al riposo sotto al sole ed io alla pesca. la sera torniamo in centro dove ci sono artisti di strada, pub e ristoranti e torniamo a cenare nel ristorante dove eravamo la sera prima, cavallo vincente non si cambia, ci siamo trovati benissimo. Stanchi non del luogo ma del caos che c'è sull'isola decidiamo di risalire fino a Biograd na Moru, facendo una tappa nella penisola di Murter.Murter è una penisola molto piccola, collegata alla terra ferma ta un ponte di pochi metri a Tsino, si trova tra Sibenik e Biograd na Moru, è quindi raggiungibile su strada, molto povera e poco frequentata, si capisce che abbiamo lasciato a sud, a Split, lo sviluppo più ricco della costa croata, e siamo contenti così perchè incontriamo meno turisti e meno confusione nelle spiaggie, troviamo un posto incantevole per fare un bagno e riposarci tutto il pomeriggio, Sv. Nikola, nei pressi di Jezera, non ci tratteniamo oltre alle cinque del pomeriggio e torniamo nell'arcipelago zaratino che tanto ci è piaciuto, nella sua rusticità e semplicità.Biograd na Moru è un grande paesone e qui troviamo il traghetto che porta sulle isole di Pasman e Ugljan, le due isole intrappolate tra la terraferma a Est e Dugi Otok e il parco delle Kornati ad Ovest. Percorriamo sotto il tramonto tutta la lunghezza delle due isole e raggiungiamo Sutomiscica, un borgo meraviglioso con una splendida reggia che aspetta solo di essere riportata all'antico splendore, i muretti di pietra riflettono il sole scaldando tutto il centro, spesso le vecchie case dove manca ormai il tetto e parte dei muri sono diventati fioriti giardini delle abitazioni ristrutturate, l'unico che persiste nel tempo è l'omnipresente ulivo, in tutti i giardini le case, lungo le strade, sulle scogliere e giu dai dirupi, grandi come quercie, contorti e avvitati come trivelle nel suolo e tra di loro.
Ci si può perdere volentieri nei vicoli caratteristici, tutti fioriti e coi sempre presenti capperi e melograni, insomma il paesino e a dire poco delizioso. Sull'isola si ha la possibilità di fare svariati sport ed escursioni, anche percorsi off road e addirittura arrampicata e ferrata su di una parete a strapiombo sul mare e gli scogli. Noi che siamo abituati a stare in spiaggia ci dirigiamo verso Deepwater beach, U. Svitla, una calletta dove si arriva quasi in motore eccetto la discesa alla spiaggia lungo un sentiero di 20minuti a scendere e 40 a salire, ne vale comunque la pena l'aqua è limpidissima e il fondale è rico di coralli e di pesci, ancora una volta mi procaccio la cena della sera con il rocchetto di filo.

venerdì 10 settembre 2010

Alla guida


Tortuosa, prima in salita poi in discesa, 1° tornante, il motore in coppia per non sforzarlo troppo, al 3°/4° tornantei suoni si fanno più deboli mentre il respiro più intenso, sei salito di qualche centinaia di metri, deglutisci per compensare la pressione e "stappare" le orecchie, attorno a te il panorama mozza il fiato...benvenuto in montagna!

Sensazioni

La tua citta si allontana, le case si fanno rade, attraversi il fiume e si apre la campagna, all'orizzonte non distingui le nuvole dalle prime colline...stai viaggiando!!

giovedì 9 settembre 2010

Certi luoghi ti chiamano e faresti di tutto per raggiungerli, altri li incontri e resti senza parole ma quando poi anche solo attraversando i filari di viti e peschi nelle strade dietro casa tua,ad un certo momento della sera, noti che in tante volte che sei passato di li non avevi mai osservato l'effetto che produce il contrasto tra il nero delle piante che stacca l'orizzonte dall'indescrivibile colore del cielo e delle nuvole mentre il sole si dedica al riposo, ti rendi quindi conto che la strada non è mai la stessa!